Attualmente il Bus de la Spia è una delle mete più frequentate dagli escursionisti speleo trentini per la facilità con cui si raggiunge e per la difficoltà speleologica che è relativamente semplice.
La visita al Bus de la Spia richiede non più di 2-3 ore e merita non solo per lo spettacolo del sifone (ammesso che si abbia la fortuna di assistervi) ma anche per la bellezza della parte superiore della grotta, con i suoi laghi ed alcune imponenti stalattiti che vi si specchiano.
Il sifone
Il vero e proprio mistero in questa cavità è rappresentato infatti dall'imponente sifone d'acqua che chiude la galleria a 300 metri dall'imbocco e a circa 56 m più in basso rispetto alla quota di accesso. Il sifone si innesca più o meno regolarmente in determinati momenti della giornata, in ogni stagione e non solo nei periodi maggiormente piovosi. Il sifone è alimentato da ignote gallerie che non è mai stato possibile esplorare nonostante diversi tentativi da parte di esperti speleosub. Quando il livello dell'acqua nella parte più interna del sifone supera una certa soglia esso si innesca e ed inizia a scaricare verso l'esterno (cioè verso la parte nota della grotta). Assistere al fenomeno è piuttosto emozionante: al di qua, quello che a prima vista sembra un piccolo lago immobile comincia a "gonfiarsi" e a tracimare; l'acqua sale e invade la grotta in leggera salita; iniziano forti rumori provocati dalle masse d'aria compresse negli anfratti laterali della galleria principale e a quel punto è bene essersi già ritirati per qualche decina di metri, almeno fino all'inizio del grande e ripido camerone di frana finale. Alla base di questo, normalmente, le acque si arrestano e dopo un breve intervallo di tempo riprendono a scendere e a defluire verso l'interno del sifone, altrettanto rapidamente e con boati ancora più forti, lasciando la galleria completamente libera e gocciolante in ogni punto della volta.
Il rumore del sifone pensile che, durante le 24 ore fa salire e scendere il livello interno dell’acqua ad intervalli di alcune ore, è un fenomeno suggestivo e molto raro. Quando si innesca, è come se la grotta emettesse una sorta di muggito: l’acqua comincia a salire e a riempire la cavità. Poi, come si è allagata, inizia a svuotarsi: l’acqua defluisce e il meandro sembra tornato nella sua oscura immobilità. Ma è una calma apparente, perché esaurito un ciclo ne inizia un altro, per circa sei volte nelle 24 ore. Il cunicolo di accesso al sifone si riempie totalmente per circa 60 metri di lunghezza e un dislivello di circa 12 metri. Successivamente dopo un periodo di stasi, il sifone inizia lo svuotamento fino a ritornare al punto di partenza minimo. Lo chiamano doppio sifone intercalare intermittente ansimante”, a causa dei rumori emessi dai vuoti d’aria durante il carico e lo scarico.