Le prime notizie della chiesa risalgono all'anno 1324; in antecedenza, vi era una “cappella sancte Maria de Basilica”. Nel 1335 venne ampliata in stile gotico con il contributo dei Signori d'Altaguarda. Nel 1469 il maestro comacino Paolo Domenico costruì il campanile, la sagrestia e la cantoria. La facciata a capanna presenta un bel rosone a dodici petali e due finestrelle ai lati del portone di ingresso, a sesto acuto. Sul fianco meridionale è presente un grande affresco di S. Cristoforo di epoca tardo quattrocentesca. L'interno della chiesa è a navata unica. Diversi sono i riferimenti, scolpiti o dipinti, agli stemmi delle famiglie nobiliari dei Thun, Arsio e Arco, tra i quali spicca la pietra tombale di Filippa d'Arco morta nel 1493. Degno di nota il tabernacolo a muro in stile gotico fiorito murato nella parete sinistra del presbiterio e il reliquiario in legno del XV secolo con le reliquie disposte in un casellario di vetro antico. Le pareti laterali dell'aula e il parapetto della cantoria ospitano un ciclo di affreschi con 18 riquadri ispirati alla “Kleine Passion” (Piccola Passione) di Albrecht Dũrer, realizzato nella seconda metà del XV secolo, si suppone, da artisti di cultura tedesca non estranei all'influenza italiana. Il programma iconografico ruota attorno al tema della redenzione dell'uomo per mezzo della Passione di Cristo. Pregevole è l'altare a portelle detto “dei Conti” che nei giorni feriali rimaneva chiuso mostrando le figure di S. Sebastiano e di S. Rocco. Nei giorni festivi, invece, le portelle venivano aperte e mostravano sul lato interno S. Cristoforo e S. Fabiano. Nello scrigno si poteva ammirare la Madonna con Bambino e Angeli, affiancati da S. Caterina e da S. Bartolomeo: statue che furono rubate nel 1979. Sul paliotto del 1508 compaiono la Madonna con Bambino, i Santi Caterina, Bartolomeo e i donatori Bernardino Thun e Brigida d'Arsio. L'altare maggiore (XVII sec.), in legno intagliato e dorato, è attribuile probabilmente alla bottega dei Bezzi. La pala (XVII sec.) rappresenta la Vergine col Bambino fra angeli e i Santi Romedio e Pietro Martire. Nella nicchia, dietro la pala, si trova la statua della “Madonna dell'aca” (Madonna della pioggia) da secoli invocata dalle popolazioni locali in tempo di siccità o di gravi pericoli. Nell'antipendio una pittura del 1641 rappresenta la Presentazione di Gesù al Tempio. Le ali dell'altare sono sormontate dalle statue di San Gioacchino, a sinistra, e Sant'Anna, a destra. Numerosi ex voto, raccolti in fondo alla chiesa, testimoniamo la devozione popolare verso la Vergine miracolosa di Baselga e un documento manoscritto del maggio 1938 racconta di una grande processione evocativa della pioggia.
In questa chiesa troverai il timbro da apporre sulla tua credenziale del pellegrino. Le chiavi per apertura si possono avere contattando la Sacrestana, al lato della chiesa.