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Palazzo Assessorile di Cles, tutto da scoprire!

Palazzo Assessorile di Cles affacciato sulla sua piazza è senza dubbio un naturale punto focale, uno di quegli edifici che ti viene da definire potente per le sue forme, le linee, l’equilibrio e l’intorno che ne esalta il ruolo. Infatti, anche se vicino ad altri palazzi molto belli, è piuttosto facile capirne la particolarità, una caratteristica che non è legata a caratteri sfarzosi o prepotenti ma tutto l’opposto, a caratteri di rigore e una certa eleganza essenziale. In questo suo essere austero c’è forse la ragione di un certo stupore nello scoprire che in realtà c’è tanta storia e tanto colore da scoprire e sapere su questo palazzo che merita senza dubbio di essere visitato e conosciuto.

I 3 caratteri distintivi di Palazzo Assessorile a Cles

Immaginiamo di essere una di quelle guide turistiche entusiaste che pur di incuriosire il maggior numero di persone possibili sono disposte a riuscire nella distillazione di ciò che è essenziale e vi raccontiamo le prime 3 cose che dovreste sapere sul Palazzo Assessorile.
Intanto diciamo che l’unico affresco esterno è quello sopra l’ingresso del palazzo ed è datato 1484. Nell’affresco due angeli reggono e mostrano lo stemma dei Cles che è rosso e argento con due leoni rampanti, nella parte alta due mezzibusti e falchi e poiane rimandano alla passione per la falconeria della famiglia Cles. L’autore del dipinto è un anonimo pittore tardogotico tedesco.

Altro elemento curioso e che spesso salta all’occhio dei visitatori della piazza, sono le caditoie che sporgono come elementi rettangolari nella parte più alta del terzo piano, appena sotto alla grondaia del tetto.
Questi elementi architettonici si chiamano caditoie a naso, si usavano per fermare un nemico che volesse entrare, da queste bocchette di solito si buttava calce viva e poi acqua.

Uno degli aspetti più particolari del palazzo è certamente quello legato al fatto di essere stato anche un carcere per qualche centinaia d’anni.
Nel Palazzo Dal Lago che è proprio di fronte al Palazzo Assessorile, al piano terra c’è un’esposizione permanente di porte, catene e inferriate del tempo in cui il Palazzo Assessorile è stato carcere. Si tratta di elementi recuperati durante il restauro e sono interessanti perché molti sono ricoperti di incisioni, scritte fatte dai prigionieri nel tempo. Un’ altra curiosità è che anche nella pavimentazione antistante il Palazzo Assessorile sono incastonate delle pietre provenienti delle finestre delle celle, anche queste in parte incise.

Le trasformazioni architettoniche del palazzo in breve

Certamente quella delle trasformazioni architettoniche del palazzo è senza dubbio una storia ricca e affascinante che attraversa i secoli e che si allinea con la storia di tanti castelli e residenze fortificate della zona.

L’origine dal Palazzo Assessorile di Cles è quella di un edificio duecentesco a torre come ce n’erano molti nel territorio. Da questo edificio più semplice e dalla funzione di riparo più che di casa si è poi evoluto il palazzo che ha sempre però mantenuto caratteri di solidità e austerità.

Nel ‘400 il palazzo è organizzato come una casa rinascimentale su tre piani raccordati da una scala a rampa unica.

Nella seconda metà del 1600 l’ultimo piano del palazzo venne adibito a carcere e così, anche se con alcuni interventi, rimase fino al 1970.
Il restauro del palazzo che ce lo ha restituito come lo possiamo vedere oggi è del 2009.

Gli affreschi

Come abbiamo accennato, nonostante l’esterno aspetto austero, il palazzo Assessorile di Cles conserva nel suo interno uno spettacolare insieme di cicli pittorici sia decorativi che narrativi che sono proprio da vedere.

Gli affreschi si possono catalogare in due fasi, una tardogotica di fine ‘400 e una più rinascimentale di inizio ‘500.
Al primo piano del palazzo ci sono delle stanze decorate con bande bianche e rosse (un richiamo ai colori dell’araldica di famiglia) che sono dello stesso periodo dell’affresco in facciata. Invece nel secondo e terzo piano ci sono i cicli più tardi.

Considerando la qualità della pittura e il periodo d’esecuzione, questi cicli più tardi sono ascritti alla bottega di Marcello Fogolino che aveva lavorato per Bernardo Clesio al Buonconsiglio a Trento.

Al secondo piano, una decorazione con motivi bianche e rossi e, in alto, un fregio bellissimo pieno di immagini con figure mitiche e divinità, è la prima meraviglia da notare. Sempre allo stesso piano una serie di stanze aprono a scoprire affreschi decisamente affascinanti sia per i temi che la fattura e in alcuni pare ritrovarsi anche la mano di un secondo autore, un collaboratore veronese del Fogolino.

Nel terzo piano, il restauro degli anni 2000 ha portato alla luce tutti gli affreschi nascosti dietro le tavole di legno che foderavano le celle.

Questi affreschi esaltano certamente le personalità dei due committenti Aliprando (nipote di Bernardo Clesio) e la moglie Anna Wolkenstein che molto probabilmente furono coinvolti nella decisione dei soggetti da dipingere. In una parte delle stanze il tema è di scene classiche, ma un’altra parte mostra un insieme di scene bibliche che è una vera particolarità per tutto il territorio trentino. Queste scene bibliche sono tratte da una bibbia di matrice tedesca e luterana, un dettaglio che li rende estremamente curiosi oltre a darci informazioni sulle personalità dei committenti.

Contiamo che questi pochi spunti vi siano utili per capire quanto siano interessanti e unici questi cicli d’affreschi e quanto valga la pena andarli a vedere.

La tavola Clesiana

Nella piazza di fronte al palazzo Assessorile è possibile vedere una copia della Tavola Clesiana, se il nome vi ricorda la scuola è perché la vostra memoria è andata a recuperare un ricordo del libro di storia dove si parla dei Romani.

Quella che si trova in piazza a Cles è una copia della bronzea Tavola Clesiana conservata a Trento al museo del Castello del Buonconsiglio. La Tavola Clesiana venne ritrovata nell’’800 proprio a Cles nella zona dei Campi Neri. Un reperto straordinario che certifica la cittadinanza romana agli Anagni (abitanti della Val di Non) da parte dell’imperatore Claudio.

Insomma, uno spettacolare pezzo di storia antica che testimonia anche come questo genere di problematiche riguardo alla convivenza di diverse popolazioni venivano gestite dall’Impero.

Il Palazzo Assessorile oggi

Oggi il palazzo non è solo un luogo da visitare e conoscere per la bellezza dei suoi spazi e degli affreschi, ma è anche una sede per mostre temporanee, eventi e attività.

Di solito la mostra che trovate al Palazzo Assessorile è qualcosa di unico, sia che si tratti di una monografica o una collettiva, gli spunti di interesse e studio sono sempre molto stimolanti.

Il palazzo è anche la sede di una bella attività che coinvolge le famiglie e i più piccoli, si chiama Palazzo LAB e propone una visita di scoperta del palazzo con laboratorio finale.




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