Conservare mele, vino e formaggio dentro enormi grotte scavate nella montagna, ecco il racconto delle celle ipogee in Val di Non.Nella montagna sopra Tuenetto in Val di Non, c’è un mondo sotterraneo di 80 ettari fatto di tunnel e spazi enormi!
Questa rete di gallerie, che arriva a 300 metri sotto il suolo, ha un’origine estrattiva. La Miniera di Rio Maggiore, infatti, è una cava nata per estrarre la Dolomia, la roccia presente in grande quantità in Val di Non e utilizzata nell’edilizia.
L’idea di sfruttare il freddo naturale del sottosuolo e convertire queste enormi cavità in frigoriferi per conservare le mele, è diventata realtà nel 2011. Grazie a una collaborazione fra Melinda e la Miniera, sono nate le celle ipogee, un progetto esemplare e sostenibile.
La caratteristica fondamentale è che le celle ipogee sfruttano la naturale temperatura della roccia: 12.5 gradi centigradi, che è la media della temperatura della Val di Non durante tutto l’anno.
La roccia che conserva le mele, il vino e il formaggioAll’interno di queste gallerie viene immagazzinato il 10% del raccolto annuo della Val di Non che equivale a 40.000 tonnellate di frutta!
Ogni cella è dotata di un sistema di raffreddamento, poiché la temperatura ottimale per la conservazione delle mele è di circa 1 grado, quindi inferiore rispetto ai 12.5° C presenti naturalmente.
Il vantaggio, però, è che pian piano la roccia assorbe il freddo prodotto dal sistema di raffreddamento e lo mantiene. Così, con il passare del tempo, l’impiego del raffreddamento artificiale viene ridotto e il risparmio energetico è considerevole.
Nelle celle vengono modificate le proporzioni dei gas presenti nell’aria per fare in modo che le mele si conservino più a lungo. Viene abbassata la percentuale di ossigeno, che porta i frutti a maturare in fretta, e viene aumentata quella di azoto.
È curioso sapere che le percentuali dei gas variano da cella a cella in base al tipo di mela che hanno al loro interno: una Golden Delicious, ad esempio, ha bisogno di meno ossigeno di una Renetta e una Fuji ha bisogno di meno CO2 rispetto ad una Gala.
Le celle sono in tutto 46 e si trovano lungo i lati delle gallerie principali. Ogni cella è dotata di un piccolo portone di accesso, ma ti basterà sbirciare all’interno per capire subito quanto siano spaziose: il soffitto è così alto che ci stanno 13 cassoni impilati uno sopra l’altro!
Le celle ipogee sono in costante fase di studio. Oggi, ad esempio, oltre alle mele vengono conservati anche vino e formaggio: a lato dei tunnel, infatti, sono stoccate ben 2 milioni di bottiglie impilate geometricamente in migliaia di gabbie metalliche, e poco più in là stanno riposando 160 forme del formaggio simbolo dell’eccellenza trentina, il Trentingrana, in attesa di compagnia: presto infatti saranno 30mila!
Si tratta di sperimentazioni recenti, in fase di evoluzione, per trovare il bilanciamento perfetto tra temperatura e umidità adatto a conservare vino, formaggio e chissà cos’altro ancora.
Prossimamente la miniera verrà aperta al pubblico. Non vediamo l’ora di portarti in questo incredibile mondo sotterraneo, ti lascerà senza parole!