La Val di Non è una terra generosa i cui prodotti arricchiscono con gusto le cucine delle case e le tavole dei ristoranti. Tra questi c'è il vino Groppello, un vitigno autoctono che tutt'oggi viene coltivato a mano da quattro famiglie mosse da grande passione e dedizione. La sua storia si intreccia con angoli nascosti della Val di Non e con la vita della sua gente.
C'è un luogo in Val di Non dove le rocce sono appuntite e i terreni scendono ripidi fino alle sponde del lago di Santa Giustina. E' un posto riscaldato dal sole ma dove il vento arriva puntuale ogni giorno a ricordare che ci troviamo in montagna. Siamo nel comune di Novella, un’area un po’ periferica della Val di Non che comprende i paesi di Cagnò, Revò, Romallo, Cloz e Brez.
E’ proprio qui, su questi costoni insidiosi, che nasce e cresce da secoli il Groppello, il vino rosso della Val di Non. Sono solo 12.000 le bottiglie prodotte ogni anno, per questo è prezioso!
La storia del vitigno Groppello
Il nome di questo vitigno deriva dalla parola “grop”, che in dialetto significa nodo: la forma dei grappoli di Groppello infatti ricorda quella di un nodo poiché il grappolo sembra annodato su se stesso.
E’ un’antica varietà autoctona e soprattutto è un vino speciale perché racconta la storia della valle in cui cresce. Questi minuscoli vigneti si coltivano a mano da ben cinque secoli ed il loro legame con gli abitanti della Val di Non è sempre stato forte. Il Groppello era il vino che si consumava alle feste di paese, erano le uve che i contadini vinificavano in casa sfidando il vicino a chi ottenesse il vino migliore, erano le preziose vinacce che proprio a Revò venivano distillate per ottenere la preziosa grappa.
Come viene coltivato il Groppello
La struttura di questi vigneti somiglia un po’ al carattere della gente nonesa: in una situazione di difficoltà riesce a trovare il modo per superarla. I vitigni di Groppello infatti crescono su costoni ripidi, scomodi e quasi irraggiungibili ma solo così riescono a ricevere tutta la luce necessaria per maturare a perfezione e dare vini di ottima qualità.
Non a caso il Groppello viene definito un vitigno eroico ed è davvero incredibile farsi raccontare dagli ormai pochi vignaioli che producono il Groppello di come riescano a coltivare quest’uva con la sola forza delle mani e dei piedi! Il metodo di coltivazione prevede infatti filari stretti e in pendenza dove è praticamente impossibile passare con un trattore. Quindi non solo la legatura, la potatura e lo sfalcio dell’erba vengono fatti a mano ma anche la vendemmia!
Verso fine ottobre i piccoli e preziosi grappoli vengono recisi uno ad uno e riposti in una cesta. A mano a mano che le ceste si riempiono vengono svuotate in una grande gerla. Quando a sua volta questa è piena viene caricata sulle spalle: bisogna avere una certa forza e un buon equilibrio per inerpicarsi sui costoni ripidi e raggiungere il trattore a monte del vigneto dove finalmente svuotare il carico!
Le cantine che vinificano il Groppello
Oggi le cantine che vinificano il Groppello sono soltanto quattro. Si tratta di quattro famiglie di vignaioli con una lunga tradizione alle spalle e accomunate dalla stessa passione e da una grande missione: salvare questo vitigno autoctono Trentino dal rischio di estinzione. Oggi infatti sono soltanto cinque gli ettari vitati sopravvissuti al corso del tempo e ai forti cambiamenti degli ultimi 60 anni che hanno favorito la coltivazione della mela in tutta la valle.
La produzione ad ettaro è di circa 65-70 quintali nelle annate favorevoli, per un totale di circa 12.000 bottiglie prodotte ogni anno. Una buona annata dipende dal clima, dal tipo di coltivazione del vigneto, dalle piogge, dalle gelate primaverili e dalla produzione.
Le caratteristiche del vino Groppello
Il Groppello è un vino che ha bisogno di un periodo di invecchiamento per essere bevuto. Ha un'acidità importante e necessita di un po’ di tempo per esprimersi al meglio, per questo viene maturato in piccolo botti di legno prima di essere messo in commercio. La caratteristica aromatica principale e particolare di questo vino è la speziatura, un sapore caratteristico di granello di pepe. La molecola che conferisce questo aroma si chiama rotundone.
Il Groppello si abbina non a caso con un altro grande classico della gastronomia nonesa: il tortel di patate, il principe della tradizione culinaria della Val di Non. La sua acidità infatti ha una grande capacità di pulire il palato. Altri abbinamenti legati al territorio sono con la minestra d'orzo, con i formaggi di malga, con la carne e la selvaggina, con le patate e la polenta.
Dalle vinacce di Groppello poi si ottiene un’ottima grappa dal profumo e dal sapore intenso, e da alcuni anni con le uve Groppello si producono anche vini spumantizzati con metodo classico.
#youaregroppello
Il Groppello è sicuramente uno degli elementi che più caratterizza la Val di Non e che merita di essere protetto e salvaguardato per non perdere questo grande custode di storia e tradizioni. Negli ultimi anni è persino nato un “movimento d’amore per salvare il Groppello”. Si chiama “You are Groppello” e consiste in un grande progetto che punta a coinvolgere più persone possibile nella conoscenza, tutela e valorizzazione del vitigno. Tutti possono partecipare, è molto semplice: ogni volta che posti una foto, una story o una ricetta che riguarda il Groppello ricordarti l’hashtag #youaregroppello!